Moda e natura: un connubio possibile, scopri i tessuti che stanno rivoluzionando il fashion sostenibile

Dalla pianta del fico d’India al vino, dal cocco alla canapa: i nuovi materiali sostenibili stanno riscrivendo le regole della moda. 
Desserto, Vegea, Malai e l'intramontabile canapa rappresentano un incontro virtuoso tra innovazione tecnologica e natura, dimostrando che è possibile creare tessuti belli, resistenti e a basso impatto ambientale.
Queste alternative ai materiali tradizionali nascono dal desiderio di ridurre sprechi e dipendenza da risorse fossili, offrendo nuove prospettive per una moda davvero circolare.

Abbiamo preparato per te un breve viaggio tra fibre vegetali e innovazione, dove la creatività diventa strumento di cambiamento verso un futuro più consapevole.

Malai

Malai è un innovativo biomateriale ottenuto dagli scarti dell’industria del cocco. Si hai letto bene, ho scritto cocco!
Nasce in India, nello stato del Kerala, da un progetto condiviso tra Susmith, designer e produttore locale, e Zuzana, designer slovacca. Insieme hanno sviluppato una pelle vegetale a base di cellulosa batterica, realizzata recuperando e trasformando l’acqua di scarto proveniente dalla lavorazione delle noci di cocco.

Questo processo, che coinvolge agricoltori e laboratori locali, permette di evitare l’inquinamento del suolo dovuto allo smaltimento improprio dell’acqua residua, trasformandola invece in una risorsa.
Il risultato è un materiale flessibile, resistente e completamente naturale, prodotto in fogli di diverso spessore e colorato con pigmenti vegetali.

Utilizzato nel settore moda e design come alternativa alla pelle animale, Malai combina estetica, etica e innovazione. La sua durata varia dai 4 agli 8 anni, e per mantenerlo in buone condizioni si consiglia di applicare periodicamente cera d’api o olio di cocco, così da preservarne elasticità e morbidezza.

Un esempio concreto di economia circolare che dimostra come anche uno scarto possa rinascere in un materiale di valore, sostenibile e dal forte impatto visivo.

 

Desserto è un materiale realizzato a partire dal cactus Nopal, meglio conosciuto come fico d’India.

Prodotto in Messico dall’omonima azienda, Desserto si distingue per la sua ampia varietà di colori, spessori e texture, che lo rendono ideale per applicazioni nel settore moda, come borse, scarpe e accessori, ma anche nel design e nell’automotive.

Il materiale nasce in modo etico e responsabile: nel ranch di Zacatecas, dove cresce la materia prima, vengono tagliate solo le foglie mature del cactus ogni 6-8 mesi, senza danneggiare la pianta.
Inoltre, i cactus non richiedono irrigazione artificiale, poiché crescono grazie all’acqua piovana e ai minerali naturalmente presenti nel terreno, riducendo drasticamente il consumo idrico rispetto alle coltivazioni tradizionali.

Una volta raccolte, le foglie vengono essiccate al sole e trasformate tramite un processo brevettato di biopolimerizzazione, che consente di ottenere una pelle vegetale flessibile, resistente e completamente cruelty-free.

Desserto dimostra che la natura può offrire materiali performanti che aiutano a preservare l’ambiente evitando sprechi.

Vegea

Dall’unione tra chimica verde e agricoltura nasce Vegea, un innovativo materiale vegano made in Italy che trasforma gli scarti della produzione vinicola in un tessuto sostenibile dalle alte prestazioni.
L’azienda, fondata nel 2016 a Milano dall’architetto Gianpiero Tessitore e dal chimico Francesco Merlino, ha sviluppato un modello produttivo che coniuga design e ambiente.

Il cuore del progetto è la valorizzazione della vinaccia, un sottoprodotto composto da bucce, semi e raspi d’uva, generalmente destinato allo smaltimento, che attraverso un processo di trasformazione brevettato diventa una pelle vegetale morbida e resistente.
Questo biomateriale viene prodotto sfruttando biomasse, materie prime di origine vegetale e materiali riciclati, riducendo così l’impatto ambientale e favorendo la circolarità delle risorse.

Un ulteriore punto di forza è rappresentato dai processi produttivi: Vegea utilizza macchinari e infrastrutture già esistenti nel settore conciario, limitando sprechi e nuove emissioni.
Il risultato è una pelle ecologica e cruelty-free, adatta a molteplici settori dalla moda al design d’interni, dal packaging fino all’automotive.

Grazie al suo approccio etico e alla qualità del materiale, Vegea dimostra come gli scarti agricoli possano diventare risorse di valore, aprendo la strada a una nuova generazione di tessuti sostenibili italiani.

Canapa

La canapa tessile è una delle fibre naturali più antiche e sostenibili al mondo, apprezzata per la sua resistenza, traspirabilità e versatilità. Insieme al cotone e al lino, rappresenta una delle tre principali fibre di origine vegetale utilizzate nel settore moda e design.

Questa pianta, appartenente alla specie Cannabis sativa, cresce rapidamente in diversi tipi di clima e terreno, richiedendo pochissima acqua e nessun pesticida o fertilizzante chimico.
Per questo motivo, la canapa è considerata una fibra ecologica a basso impatto ambientale, perfetta per chi cerca materiali naturali e sostenibili.

Dal punto di vista tecnico, il tessuto di canapa è altamente traspirante, termoisolante e anallergico, ideale per i capi estivi poiché aiuta a mantenere la temperatura corporea stabile e ad assorbire la sudorazione.
Una delle sue qualità più interessanti è la durabilità: con il tempo, il tessuto diventa sempre più morbido e assorbente, migliorando lavaggio dopo lavaggio.

L’aspetto della canapa ricorda quello del lino, ma con una maggiore robustezza e una texture leggermente più corposa.
Oltre all’abbigliamento, la fibra viene impiegata anche in prodotti per la casa e tessuti tecnici, grazie alla sua resistenza e biodegradabilità.

In un momento storico in cui la moda sta riscoprendo le sue radici naturali, la canapa si conferma una soluzione sostenibile e rigenerativa, simbolo di un equilibrio possibile tra uomo e natura.

Esempi di innovazione possibile 

Malai, Desserto, Vegea e Canapa sono esempi concreti di come l’innovazione possa incontrare la tradizione, trasformando ciò che un tempo era considerato scarto in una risorsa di valore.

Questi biomateriali naturali e vegani non rappresentano solo un’alternativa alla pelle o alle fibre sintetiche, ma raccontano una nuova visione della moda: più etica, circolare e consapevole.
Dietro ogni progetto c’è ricerca, collaborazione con le comunità locali e un impegno reale verso la riduzione degli impatti ambientali, senza rinunciare alla qualità e all’estetica.

Tuttavia, la sfida non è ancora conclusa: la sostenibilità richiede miglioramenti costanti nei processi produttivi, nella trasparenza e nella tracciabilità delle filiere.
Solo attraverso un approccio critico e informato, la moda potrà davvero diventare rigenerativa, restituendo alla natura ciò che le prende.

Scegliere questi materiali significa indossare un cambiamento, un gesto quotidiano che contribuisce a ridefinire il futuro del fashion.