Processi Partecipativi: che cosa sono e perché attivarli

Nel mondo esistono milioni di parole che appartengono a terre lontane, impronunciabili e dal significato bellissimo. Una di queste è UBUNTU. È una parola del dialetto zulu, che rispecchia pianamente la filosofia di Comunità Circolare. UBUNTU vuol dire:

“Io sono perché noi siamo”.

Ebbene sì, questa è la dura e sacrosanta verità. Ognuno di noi non è nulla senza l’altro. Ogni azione, decisione che prendiamo incide sulla vita e il futuro del nostro “vicino”.

Interessarsi, partecipare alla vita collettiva del proprio quartiere, della propria città, del proprio territorio permette la nascita di una società più sana, più ecologica, più responsabile. Forse ti starai chiedendo: come il singolo può prendere decisioni che influenzino la collettività? Attraverso i processi partecipativi.

Andiamo nel profondo della questione e scopriamo insieme che cosa sono e perché è importante attivarli.

Che cosa sono i processi partecipativi?

I processi partecipativi sono dei percorsi decisionali inclusivi. Possono essere affrontati tutti gli argomenti e le problematiche vissute da una determinata comunità. Durante il processo, la comunità coinvolta, si impegna a trovare insieme una soluzione adatta alle esigenze di tutti e non del singolo. L’obiettivo è far incontrare e dialogare diversi attori: i cittadini, le associazioni, i tecnici, le Amministrazioni Pubbliche, ecc…di un territorio per elaborare strategie e soluzioni per il miglioramento della propria comunità.

Chi promuove e realizza un processo partecipativo?

In linea generale a promuovere i processi partecipativi sono le Amministrazioni Pubbliche, che vogliono conoscere l’ opinione della loro comunità prima di intervenire con un’azione amministrativa. In altri casi, i processi partecipativi possono essere incoraggiati da associazioni, comitati di quartiere, Fondazioni ed Enti che operano in un determinato contesto territoriale.

L’organizzazione di un processo partecipativo, generalmente, richiede la presenza delle seguenti figure:

  • Almeno un rappresentante della Pubblica Amministrazione chiamato a rappresentare le istituzioni. La sua presenza fa da garante al processo partecipativo e alla decisione presa dalla comunità.
  • Una figura tecnica, chiamata a dare delle indicazioni concrete sulla fattibilità delle diverse proposte e successiva decisione.
  • Un facilitatore o animatore di comunità, un soggetto neutrale chiamato a coordinare le attività, a coinvolgere la comunità e a cominciare i risultati.
  • Tutti i portatori di interesse, cioè tutti i cittadini, le associazioni, gli enti di un territorio.

Le difficoltà dei processi partecipativi

Paradossalmente, credo che il problema principale di un processo partecipativo sia la partecipazione. Saper coinvolgere la comunità, tenere vivo l’interesse intorno al tema, far interagire realtà diverse e far incontrare punti di vista opposti non è un’impresa semplice. L’animatore di comunità deve far sì che l’attenzione e la partecipazione non cali mai, che il gruppo si auto alimenti e che non venga meno la consapevolezza dell’importanza della decisione che la comunità sta prendendo. Sarò ripetitiva, ma anche in questo caso la comunicazione svolge un ruolo importante. Comunicare all’esterno i diversi passaggi e i risultati, attraverso i verbali, i report, le immagini e i video degli incontri, permette di tener viva l’attenzione e di rendere più concreto tutto il processo.

Alcune tecniche per la buona riuscita di un processo partecipativo

Bisogna partire dall’obbiettivo, focalizzarlo e organizzare attorno ad esso tutti i passaggi da compier e gli stakeholder da coinvolgere. Per quest’ultimo punto è necessario realizzare la mappa dei pubblici. Ciò presuppone una buona conoscenza del territorio e una ricerca/analisi accurata delle problematiche da affrontare.

Inoltre, per attivare il coinvolgimento della comunità, vi sono tanti e differenti metodi che possono essere messi in campo durante il processo partecipativo. Le tecniche e i metodi scelti dall’animatore di comunità, fanno sì che tutti i partecipanti

  • abbiano le informazioni adeguate per prendere una decisione,
  • siano in grado di ascoltare e capire i punti di vista dell’altro,
  • siano nelle condizioni di arrivare a soluzioni condivise,
  • possano affrontare liberamente i conflitti.

La prossima democrazia: la Partecipazione Deliberativa

Mi piaceva l’idea di fare sintesi di questo articolo, che spero tu abbia trovato interessante, lasciando la parola al guru della partecipazione: il Professore Rodolfo Lewanski. Durate il TEDx di Bologna 2016, Lewanski, descrive che cosa sono processi partecipativi e perché secondo lui è importante attivarli. Inoltre, presenta anche esempi concreti ogni angolo del mondo.