Rivoluzione verde e transizione ecologica… l’Italia riparte da qui

Caterina Tria

 

Oggi per il nostro blog scrive di Rivoluzione verde e transizione ecologica Caterina Tria, laureata in Amministrazione Pubblica e Privata all’Università di Bari. Caterina ha deciso di raccontarci in un articolo come la nostra nazione utilizzerà le risorse del PNRR per rilanciare la propria economia senza perdere di vista la tutela del territorio e delle persone.

 

 

Sulla strada della rigenerazione

L’Europa è sulla buona strada per diventare il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Grazie al fondo europeo di ripresa denominato “NextGenerationEU”, gli Stati membri si impegnano ad investire in tecnologie rispettose dell’ambiente. In particolare, le risorse saranno investite in trasporti pubblici green e nella produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili. Per il nostro Paese tre sono le priorità strategiche cruciali concordate a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale.

Di seguito alcuni obiettivi principali per una vera transizione ecologica:

  • migliorare la qualità delle acque dei fiumi e dei mari;
  • ridurre il consumo di plastiche inquinanti;
  • ripopolare aree verdi e ripristinare l’habitat delle api;
  • creare spazi verdi in città e con l’utilizzo di energie rinnovabili;
  • indirizzare le colture verso un’agricoltura più sostenibile e rispettosa dell’ambiente e alla produzione di alimenti sempre più sani.
Mission della transizione ecologica
Riproduzione grafica degli obiettivi di Caterina Tria

Per un Paese equo, verde e inclusivo

Sono 191,5 miliardi di euro le risorse messe a disposizione dall’UE per trasformare l’Italia in un Paese più digitalizzato e rispettoso dell’ambiente ed è in questo contesto che si inserisce Il PNRRPiano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si tratta di uno strumento che permetterà all’Italia di aderire ai fondi di ripresa con l’obiettivo di attenuare l’impatto economico e sociale della pandemia e rendere il Paese più equo, verde, inclusivo e con un’economia più competitiva e digitale.

Il Piano si sviluppa intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo e si articola in 16 Componenti, raggruppate in sei Missioni (Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo; Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica; Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile; Istruzione e Ricerca; Inclusione e Coesione; Salute)

Per quanto riguarda la Mission sulla Rivoluzione Verde e il passaggio verso la Transizione Ecologica, gli investimenti previsti saranno: Ben 59,46 miliardi!

I fondi saranno tutti destinati alla diffusione dell’Economia Circolare e di una Agricoltura sempre più Sostenibile, nonché allo sviluppo di fonti di Energie Rinnovabili e Mobilità Sostenibile ma anche efficienza energetica e tutela del territorio e della risorsa idrica.

Come fanno i soldi del PNRR ad arrivare alle imprese?

Attraverso norme nazionali o bandi emessi dalle amministrazioni centrali, che prevedono benefici diretti per le imprese (cosiddetti progetti “a titolarità diretta” ) oppure attraverso bandi diretti ai Comuni, di cui le imprese possono diventare fornitrici di beni e servizi. L’alternativa è tenersi sempre informati visitando il sito del governo creato ad hoc (www.italiadomani.gov.it).

Questo nuovo modello di società che si vuole costruire è volto ad una maggiore responsabilità sociale, ambientale ed economica finalizzata ad evitare il collasso dell’ecosistema terrestre.

Ed in questo disegno tutti possono fare la loro parte: dalle aziende ai consumatori finali, non dimentichiamoci che…”siamo fiori dello stesso giardino”.

 

Ringraziamo ancora Caterina per aver scritto per Comunità Circolare. Ci aspettiamo che il suo sia solo il primo di una lunga serie di articoli.

Per domande, osservazioni o curiosità sul tema non fate i timidi e commentate.